lundi 19 décembre 2011

Dans la paix

Il clima è di attesa continua a Kinshasa, un clima che diventa sempre più difficile decifrare. Le giornate sembrano aver ripreso il loro corso normale e qualche albero di Natale fa timidamente capolino in comunità. Non è facile capire se questa calma di superficie stia preparando il dialogo e la pace o stia piuttosto aumentando la tensione fino ad una possibile esplosione di violenza. Sono di nuovo giorni decisivi: il presidente "ufficiale" Joseph Kabila Kabange domani, 20 dicembre, presterà giuramento; ma il suo oppositore autoproclamatosi presidente Etienne Tshisekedi wa Malumba farà la stessa cosa venerdì 23. Mezzi corazzati e carri armati presidiano gli incroci delle maggiori arterie della capitale. Non sono più stati riscontrati - per quanto mi risulta - né spari, né particolari episodi di turbolenza. Quando in comunità si apre la discussione sull'argomento, sulle prime si riaccendono gli animi. Poi si riesce anche a cogliere il senso umoristico della situazione: due presidenti, due giuramenti, due discorsi... non sono certo la normalità. Si cerca di capire le ragioni di una tale situazione. Con la fine della colonizzazione, tra le prime cose ad essere messe da parte ci furono le tasse. Comprensibile che ricordassero oppressione e sfruttamento. Ma fino ad oggi se ne pagano - è proprio il caso di usare questo verbo - le conseguenze, nel senso che si è creata l'incapacità a contribuire concretamente al bene comune, sviluppando invece l'idea di dover approfittare dello stato, cercando di partecipare al potere per averne un beneficio personale. Negli animi però rimane un desiderio di veri ideali, di un paese più vivibile e capace di utilizzare le sue ricchezze. Di due presidenti uno è evidentemente di troppo, ma perché si trovi un accordo servirà qualche passo indietro e la coscienza di quanto dice l'inno nazionale...pour de bon prenons le plus bel élan, dans la paix... nous bâtirons un pays plus beau qu'avant, dans la paix.

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