samedi 23 juillet 2011

一生 - Vita

Chinois - Kinois... Cinese, di Kinshasa... suonano abbastanza allo stesso modo. Oltretutto a Kinshasa ci sono molti cinesi che stanno lavorando nel quadro di accordi tra i due governi RDC e RPC. Ma il punto di partenza di questo post è il viaggio di ritorno da Parigi a Milano che - a causa di uno sciopero - si è un po' complicato e mi ha fatto incontrare un giovane cinese di Pechino in tour per l'Europa e che - in queste condizioni di sciopero - metteva piede per la prima volta in Italia. Niente di più facile che aiutarlo a raggiungere il suo ostello cercato via web per risparmiare il più possibile e che senza mezzi di trasporto pubblici sarebbe stato pressoché irraggiungibile.
La riflessione però sorge da una semplice domanda che ho posto a Iven (questo il suo nome "occidentale") e che viene spontanea a chi è abituato alla vita kinoise e congolaise. Quanti fratelli o sorelle hai? Iven mi risponde: "Il governo ha permesso ai miei genitori di avere un solo figlio. Io sono il loro unico figlio. Ma alla mia generazione sarà permesso di avere due figli". Ho sentito parlare spesso di questi programmi di regolazione demografica ma non li ho mai affrontati così da vicino. Pensare alle famiglie congolesi di 8, 9, 10 e più fratelli sorelle fa impressione. E Iven appena arrivato a Milano è colpito dal silenzio (è vero che è notte...) perché abituato al brulicare di gente nella sua città con 25 milioni di abitanti. Non so tirare conclusioni da questa esperienza a contatto ancora una volta con la vita. Ma fa riflettere pensare ad una famiglia cinese "programmata" e ad una famiglia congolese "libera". Quale futuro per la vita in Cina e in Congo?

samedi 16 juillet 2011

RDC

Approfitto del periodo di vacanze italiane per qualche incursione in Francia, così tengo allenata la mia lingua "africana", visto che al ritorno a Kinshasa mi aspettano giornate di predicazione. Semplici da capire le virgolette, perché il francese di africano non ha nulla e spero di avere tempo e capacità per addentrarmi presto nel lingala, una delle lingue della RDC.
A proposito di RDC mi ha fatto sorridere (e riflettere) il fatto che piano-terra (rez de chaussée) in francese si abbrevia proprio RDC. Come dire... la Repubblica Democratica del Congo sta proprio al piano terra. Forse sarebbe un buon punto di partenza, incominciare dal piano terra e non da sottoterra. Sono irrimediabilmente ottimista e sono certo che nel volgere di pochi anni la RDC spiccherà il volo e si svilupperà in tanti settori. Ma oggi siamo ancora al piano terra.
La scorsa settimana un aereo della maggiore compagnia congolese, la Hewa-Bora, è caduto in fase di atterraggio a Kisangani. Più di 60 morti tra cui un giovane e attivissimo vescovo, monsignor Camille Lembi. Vero che i crash aerei sono frequenti in Africa, ma l'attenzione mostrata dall'informazione internazionale sull'avvenimento fa pensare che in Congo la vita vale meno che altrove. Anche la sicurezza aerea è un segno di attenzione alla vita: non c'è solo il fatalismo, c'è la programmazione e la serietà di chi prende in carico tante persone. Per cercare di non rimanere sempre al RDC.