dimanche 26 février 2012

Prima o poi...

... doveva capitare! Niente di eccezionale, ma solo voglio raccontare l'esperienza di arrivare all'Aeroporto di N'Djili e... non trovare nessuno ad accoglierti. Lunedì scorso: volo Lubumbashi-Kinshasa dopo la visita alla comunità di noviziato in Katanga, Lubumbashi (la capitale economica del Congo, circa 2000 chilometri, nell'estremo sud est). Come solito, all'ultimo momento, si viene a sapere che il volo farà scalo a Kananga (Kasai), il che comporta un'ora abbondante di ritardo sul previsto. Chiamo la comunità per avvisare e so che qualche confratello, con molta pazienza, partirà presto per essere in orario e raccogliere me e i bagagli a N'Djili. Se non c'è traffico il tragitto Limete - N'Djili si percorre in 30 minuti, con il traffico, se ti va bene e non è tutto completamente bloccato, ci si impiega almeno il doppio del tempo. Ma questa volta il veicolo è andato in panne, la comunicazione non è entrata in gioco velocemente ed io, sicuro che qualcuno fosse in arrivo, mi sono fatto trovare fuori sulla grande strada che conduce all'aeroporto con valigia e due scatoloni al seguito. Senza contare la piccola avventura già vissuta al ritiro bagagli. In genere ci si fa aiutare da qualche giovane che con una divisa approssimativa da aeroporto si offre per aiutare a riconoscere il bagaglio e a trasportarlo fuori (non ci sono infatti carrelli per tutti). Usano il biglietto per controllare il numero e il nome sul bagaglio. Solo che stavolta la security non ha gradito la cosa, ha cacciato tutti gli aiutanti abusivi e con loro il mio biglietto. Per cui non ho potuto dimostrare all'uscita che il bagaglio era il mio... se non offrendo una piccola ricompensa al controllo. Ritorno fuori dall'aeroporto, non prima di aver "ricompensato" anche i militari all'uscita che avendo un fucile in mano fanno in fretta ad esigere una mancia. Dopo aver appurato che nessun veicolo della comunità mi stava aspettando né si intravedeva all'orizzonte, con i due scatoloni (un cartone di pesce e alcune paia di scarpe) e valigia al seguito mi faccio aiutare (con adeguata ricompensa) a trovare un taxi per arrivare in comunità. Mica facile, perché oltre a dover intuire che il mezzo è adeguato (cioè non mi lascerà a piedi per strada), bisogna contrattare il prezzo. E per chi è alla prima volta non è affatto facile. Fortuna ha voluto che il taxi aveva già a bordo un signore che aveva viaggiato sullo stesso volo e che doveva arrivare a metà percorso rispetto alla mia meta. E il taxista è stato onesto nell'accettare un'offerta equa. Così, dopo circa un'ora e con la deviazione che mi ha fatto scoprire un nuovo quartiere di Kinshasa (dove doveva arrivare il primo passeggero) sono arrivato sano e salvo a casa. Soddisfatto di essere riuscito in un'impresa che non è facilissima. Ma prima o poi doveva succedere.