samedi 21 janvier 2012

Chi aiutare?

Si intravvede qualche piccolo passo verso una situazione sociale tranquilla qui a Kinshasa, anche se non mancano motivi di incertezza: i vescovi congolesi in un comunicato "chiaro e forte" hanno chiesto che ciascuno si prenda le proprie responsabilità nel processo post-elettorale in vista di realizzare verità e giustizia. E chi non è in grado di lavorare per questo - il messaggio si fa qui particolarmente duro - è bene che si faccia da parte, che si dimetta. Le reazioni sono state molto disordinate, non cogliendo fino in fondo il senso di richiamo al bene comune. D'altra parte i problemi quotidiani del Congo rimangono gli stessi e la gente comune vorrebbe vedere qualcosa che cambi in meglio... Ma l'elenco di coloro che si presentano e bussano alla mia porta per un aiuto si allunga. Poiché passando le festività in Italia ho ricevuto alcune somme da destinare ai più poveri, ora si tratta di individuare chi ne ha realmente bisogno. E' facile pensare subito ai bambini, che hanno necessità di tutto. Ma oltre ai più piccoli penso ai giovani che chiedono un contributo per terminare gli studi e ai papà che con un piccolo investimento vorrebbero risollevare le sorti della loro famiglia. Poi ci sono le mamme che in genere sono preoccupate di curare le malattie dei propri figli. Oltre ad accertarsi che le richieste siano vere e non nascondano falsità, la riflessione in questi giorni è proprio su come esercitare una piccola carità che possa essere un vero piccolo aiuto in vista di costruire un futuro migliore.