jeudi 29 septembre 2011

Blog-time e coccodrilli

Faccio fatica in questo ultimo periodo a trovare il tempo (o forse la voglia?) di scrivere sul blog. Non è che mi manchino gli argomenti perché di situazioni originali in una realtà così vasta come Kinshasa se ne possono incontrare ogni giorno. Forse è il mio maggiore inserimento nella situazione congolese che fa accorciare le distanze e fa nascere un certo pudore nel raccontare avvenimenti che fuori contesto non so come saranno percepiti. Non che abbia terminato il mio percorso di inserimento... ci vorrà ben più che qualche mese per capire, sentire, respirare alla congolese. Però il mio piccolo battesimo ufficiale l'ho avuto, come ho già avuto modo di "facebooker": dopo due giorni di malessere e mal di testa mi sono deciso ad andare nell'ambulatorio medico, qualche strada più in là, e a sottopormi alle analisi che hanno rilevato la malaria +1 (il livello più basso) e la febbre tifoide. Qualche amico di qui mi ha subito detto: benvenuto in Congo! Ma sì, veramente piccole cure da seguire e mi sono rimesso in piedi. Certo che pensare ai bimbi che fin da piccoli devono subire questa situazione sanitaria fa capire perché poi l'aspettativa di vita è così bassa. E come se non bastasse poi il pericolo di vita che si aggiunge nella vita quotidiana, ad esempio nei trasporti. A cena stasera i miei giovani confratelli mi hanno spiegato come si vive un viaggio via fiume da Kinshasa verso l'interno del paese, prima sul fiume Congo, poi sul Kasai. Un viaggio di circa tre settimane dove, se tutto va bene, almeno tre passeggeri non arriveranno perché colpiti da una crisi di una delle malattie endemiche. Si viaggia su battelli che trasportano anzitutto merci e qua e là si assiepano fino a 500 persone. Si diventa un piccolo villaggio galleggiante dove i ruoli man mano si stabiliscono e tutte le mattine alle 4 il "pastore" inizia le preghiere. Totale promiscuità non solo tra umani ma anche con gli animali, nessun igiene, nessuna comodità per dormire, ma tanta solidarietà per non fare mancare a nessuno il necessario per sopravvivere. Altro aspetto positivo il paesaggio che al dire di chi ha fatto l'esperienza è veramente incantevole. Non penso di poter affrontare in futuro un viaggio di questo genere, magari mi inoltrerò in aereo per raggiungere più velocemente l'interno del paese. Ma anche a questo proposito le storie non mancano. Durante un volo su un piccolo porteur dal bagagliaio - che è in continuità con i sedili dei passeggeri - ad un certo punto è spuntato un coccodrillo che ha spaventato i viaggiatori, al punto da spingerli a ripararsi accanto al pilota. Solo un passeggero al suo primo volo non è riuscito a staccare la cintura: morale, l'aereo è precipitato per il disequilibrio dei pesi, tutti morti tranne il passeggero al primo volo ben ancorato al suo sedile con la cintura di sicurezza. Insomma, le cose da raccontare non mancano...