lundi 15 juillet 2013

Un congolese a Rio

Nella lista dei santi e beati scelti come patroni della Giornata Mondiale della Gioventù di Rio 2013 è stato inserito anche un congolese, Isidore Bakanja.Giovane catechista laico Isidore Bakanja è morto come testimone della fede a soli 23 anni nel 1909. Nella Repubblica Democratica del Congo Bakanja non è un santo da calendario, piuttosto una persona veramente conosciuta, amata e invocata da tanti cristiani giovani e meno giovani. Sono innumerevoli i gruppi e i movimenti che portano il suo nome, insieme a quello dell’altra beata congolese, la giovane martire Anaurite.
La storia di Bakanja è legata all’esperienza di sopraffazione e schiavitù di tanti giovani congolesi durante il periodo coloniale, che davanti ad un potere che talvolta non solo sfruttava ma umiliava le persone, dovevano sottomettersi fino a perdere la propria personalità. Isidore non volle mettere in discussione la sua semplice e profonda fede e i segni che per lui erano essenziali alla testimonianza. Nato nel 1885 in un villaggio vicino all’odierna Mbandaka, capoluogo della provincia Orientale, una volta maggiorenne lasciò il villaggio natale e i genitori per cercare lavoro in città. Qui fu preso come muratore in un’impresa edile. E in città venne in contatto con i monaci trappisti, che gli fecero scoprire e amare il Signore Gesù. Aveva sempre con sé il rosario e lo scapolare della Madonna del Carmelo. Decise di ritornare al suo villaggio per lavorare in una piantagione ed essere catechista. Il padrone della piantagione non accettò la sua semplice testimonianza cristiana, neppure la sua preghiera durante le pause di lavoro e lo fece frustare più volte. Isidore accettò tutto, consapevole di unire la sue sofferenze a quelle di Cristo. Ma il suo corpo fu distrutto lentamente per le ferite e le infezioni. Ebbe la forza di perdonare i suoi persecutori e morì il 15 agosto 1909.
Isidore Bakanja fu beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1994 che disse rivolgendosi a lui : “In un’Africa dolorosamente provata dalle lotte tra etnie, il tuo esempio luminoso è un invito alla concordia e al riavvicinamento tra i figli dello stesso Padre celeste. Tu hai praticato la carità fraterna verso tutti, senza distinzione di razza o di condizione sociale; ti sei guadagnato la stima e il rispetto dei tuoi compagni, molti dei quali non erano cristiani. Ci mostri così il cammino del dialogo necessario tra gli uomini” (© Libreria Editrice Vaticana – 1994). La Chiesa congolese sente di avere una vera ricchezza nei suoi due beati, Anaurite e Bakanja, e li invoca ogni giorno, una ricchezza ora condivisa da tutti i giovani della GMG. Se, come speriamo, qualche giovane congolese sarà a Rio, molto probabilmente sarà vestito nell’uniforme “Bakanja”, camicia e pantaloni in “pagne” (la stoffa tipica) coloratissimi e stampata con il volto del beato al centro.
Pubblicato in popeup.net

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