Mi capita spesso di dover dire che - pur trovandomi nel cuore dell'Africa - non abito in una capanna di paglia e non sono circondato da leoni, elefanti o scimmie. Questa situazione è riservata solitamente ai turisti danarosi che possono permettersi esperienze particolari. Ho condiviso la cosa con alcuni amici congolesi che sono rimasti stupiti da questo atteggiamento, che comunque era già loro in parte noto. Mi hanno confidato: confrontandoci con gli "occidentali" spesso ci capita di citare nomi di città, fiumi, luoghi geografici di Francia, Italia, Spagna o Stati Uniti che per noi sono famigliari grazie ai nostri studi. Infatti nel curriculum per tutti gli studenti africani si richiedono conoscenze approfondite della geografia europea ed occidentale. Non è così per noi europei che a stento sappiamo collocare uno stato nella geografia del continente africano e tanto meno una capitale, una grande città o un fiume. E ancor peggio per la realtà che ci si immagina nella propria testa riguardo le città e il modo di vivere africano. Anche a Kinshasa c'è grande traffico (la città conta circa 7 milioni di abitanti); anche a Kinshasa c'è chi è puntuale (salvo grandi embouteillages) e chi è sempre in ritardo; anche a Kinshasa c'è (purtroppo) l'inquinamento (le vetture euro 0 sono giustamente ricollocate sui mercati africani... evviva l'ecologia!); anche a Kinshasa ci sono i negozi di lusso... E vero però che i servizi pubblici e le infrastrutture sono pressoché inesistenti. E vero che a Kinshasa è più facile vedere in faccia la povertà e la miseria. Ma sono sicuro che qualcosa per migliorare la situazione si può fare. Non è solo la mia speranza, ma quella di tanti giovani che qui come altrove si impegnano seriamente per una società più giusta e per un sistema mondiale più equo.
jeudi 26 mai 2011
lundi 23 mai 2011
Internet & Christian


dimanche 22 mai 2011
Bonobo
Non intendo fare alcuna riflessione sull'evoluzionismo e sul creazionismo, sul rapporto tra la fede cristiana e la creazione. Solo raccontare l'esperienza di essere stato accanto a questi primati "bonobo" che - al dire degli studiosi - raggiungono capacità comportamentali e relazionali di un umano di sei anni. Contemplo anche questa realtà che fa parte dell'immenso bagaglio culturale africano. I bonobo ci fanno divertire perché in essi vediamo riflesso un tratto di noi. E si capisce anche cosa rende l'umano l'essere più amato da Dio e con capacità non assimilabili a nessun altro vivente.
jeudi 19 mai 2011
Il Pane Quotidiano




Come possiamo aiutare gli alunni dell’ENES?
· Un aiuto ai singoli studenti può intervenire sul costo trimestrale: si aggira attorno ai 15-16 euro, vale a dire 20.000 franchi congolesi, quindi 50 euro circa l’anno.
· Un aiuto alla scuola può riguardare
o l’acquisto di testi per la biblioteca;
o la spesa per imbiancare un’aula o aggiustare i banchi o il pulmino per il trasporto degli alunni;
o la possibilità di migliorare la dotazione di semplici strumenti pedagogici.
Banatcheck è un amico della comunità paolina di Kinshasa-Limete, sia perché in passato è stato nostro seminarista (poi la sua vocazione per l’insegna-mento l’ha portato altro-ve), sia perché sta prepa-rando alcuni romanzi per ragazzi che saranno editati dalla San Paolo. Ci vediamo spesso di domenica per la messa o quando passa per la comunità e approfitta dell’ energia elettrica per ricaricare il cellulare e usare il suo computer. Le foto illustrano la mia visita alla scuola: un’esperienza emozionante, vedere tanti bambini insieme, gioiosi e attenti, pieni di voglia di imparare. L’ENES, pur non essendo gestita da religiosi o da sacerdoti, è riconosciuta come scuola cattolica e ovviamente è verificata anche dagli organismi del Ministero dell’Istruzione.
Cosa dici?

Dovrebbe essere questa la traduzione dal lingala di "Olobi nini?". Sono in Congo da qualche mese e mi sono appena affacciato ad una situazione culturale, sociale e ambientale nuova, diversa, affascinante. Provo ad utilizzare qualche comunicazione più ampia rispetto al post in Facebook anche per raccogliere attenzione rispetto ad un mondo - quello della Repubblica Democratica del Congo - spesso ai margini delle vie dell'informazione. Non che manchino i mezzi... solo che viene difficile prendersi carico di una realtà vasta, pluriforme, difficile da interpretare ma certamente in grande sviluppo. E per lo sviluppo, inutile nasconderselo, c'è bisogno di aiuto, tanto aiuto. Magari fatto di piccoli apporti, ma più che necessari: indispensabili per smuovere quanto può essere smosso, giorno per giorno; a partire dalla sfida formativa delle giovani generazioni. Per oggi dico questo. Poi cercherò di approfondire! Mbote :)
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